domenica 13 dicembre 2009

VENERDI' 7 AGOSTO - ISOLA DI CRETA...OSPEDALE E A ZONZO...



La prima frase della mattinata di Ila la I mozza è…”che bello il MINOTAURO!”. Decidono subito che è meglio farle fare una visita in ospedale. Ma il Minotauro c’era davvero, sul sacchetto di un souvenir. Ma come, tutti sanno che Creta è l’isola delle rovine dei palazzi minoici, delle fortezze veneziane, delle moschee ottomane e dei monasteri bizantini fino alla grotta dove la mitologia vuole che sia nato Zeus. Mentre va in ospedale Ila la I mozza pensa che pagherebbe oro per passare qualche giorno al palazzo di Cnosso dove dai famosi affreschi si poteva immaginare una società ricca, vivace e profondamente ottimista, uomini alti dalla pelle bronzea, vita e fianchi stretti, spalle ampie e cosce e braccia muscolose…e poi si sa che i minoici sapevano bene come divertirsi, giochi da tavolo, pugilato, lotta libera, esercizi acrobatici…per non parlare dei sacrifici umani…chi di noi non ha qualcuno di sua conoscenza che sacrificherebbe volentieri?!?
….Sig.ra Setti Ilaria…ah caspita, fuori dal mondo di Minosse catapultata in questo moderno mondo Greco che ha perso potere tra le alte sfere degli imperi odierni, ma che ha una sanità pubblica di tutto rispetto. In poche ore esami del sangue completi, lastre al torace, elettrocardiogramma, pressione, temperatura corporea, flebo con antidolorifici, wow e i medici parlano pure italiano! La maggior parte dei medici provenienti da famiglie bene (medie o alto locate?) studiano in Italia, dal momento che la facoltà di medicina è considerata una tra le migliori d’Europa. E pensare che ci si laurea in medicina con il giuramento di Ippocrate…quindi l’Università migliore dovrebbe essere greca…boh.
Analisi un po’ sballate, mascherina da untore di peste bubbonica, ma capitan Albi e Ila la I mozza non si danno pervinti. Ila si fa la diagnosi da sola…le analisi sono ovviamente sballate perché il virus l’ha “occupata” (che scoperta) e l’ago con annesso il rubinetto per la flebo lo togliamo da soli in un parcheggio, dopo aver comprato un kit di pronto soccorso al supermercato. Ed eccoli finalmente liberi e felici scorazzare con la macchina in direzione Sud e precisamente verso una bella località poco nota almeno al turismo italiano, Plakiàs, belle spiagge, bei locali e un piccolo ma grazioso borgo. Per arrivare a Plakiàs, c.ca 70 km a Sud di Rethimnon, si passa da una strada in mezzo a montagne molto alte, brulle e completamente disabitate fino ad arrivare poco prima del paese al Kotsifou Canyon, una canale suggestivo in mezzo a montagne di rocce altissime ai piede delle quali si trova il letto di un fiume semiasciutto.
Rientro nella splendida casa nella roccia “firmata” Evy e Luis e poi cena da zia Ro al Novecento.
Tutti a nanna, domani è ora di assaporare il vento di queste minuscole terre che costellano il firmamento del mare Egeo.

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