domenica 13 dicembre 2009


ESTATE 2009
GRECIA!!
PELOPONNESO!!


CREW AMORETERA:
ALBERTO..CAPITAN ALBI
ILARIA…..ILA LA I MOZZA
LORETA…LORETA LA II MOZZA
MARCO….MARCO GOLD ZAVORRA

MARTEDI' 4 AGOSTO - MILANO (IT)-IRAKLION (GR-KRITI)


Eccoci qua! Pronti e pimpanti a partire…ma gli anni passano e si fanno sentire! Se fino a qualche anno fa eravamo solo stanchi quest’anno siamo anche “acciaccati”, in Veneto si direbbe..CIA’ L’ANCA SBILENCA (tutta una parola o no, come preferite..), in soldoni poveri abbiamo le schiene a pezzi, stirature, contratture, muscolature ingrovigliate, etc… Per fortuna la nostra sacca di medicinali con gli anni è sempre più gonfia e ben rifornita…
Beh beh, acciacchi a parte…si parte!! Destinazione Creta per tenere ancora un piede sulla terra e uno nei già splendidi paesaggi della mitica Grecia, per la sua storia, l’atmosfera e la miriade di isole attraversate dai venti e meta tanto ambita e sognata da ogni velista.
In verità solo Capitan Albi e Ila la I mozza sono pronti per partire, mentre Marco Gold Zavorra e Loreta la II mozza arriveranno dalle Maldive tra qualche giorno.
Viaggio tranquillo con Aegean Airlines, arrivo ad Iraklion ore 00.00, recupero valigia e macchina in affitto, piccola polo puzzolente di fumo. Ci fermiamo ore 1.00 a mangiare in una taverna strada facendo…tzatziky e agnello souvlaki, wow!! La nostra final destiantion è Kastello, paese di 60 anime più altrettante capre e cani pastori. Si trova vicino a Rethimnon a NW dell’isola di Kriti (Creta). Arriviamo tardissimo, ma gli amici che ci ospitano Luis ed Evy sembrano ancora in prima serata..l’aria di vacanza si fa sentire. Con loro c’è anche Rossella detta Ro, sorella di Luis, la quale con aria perplessa ci confessa di essere a Creta da 2 mesi…. la guardiamo esterefatti e preoccupati per il suo candore..ma non è più la Grecia di una volta in cui d’estate splende sempre il sole?!? Tranquilli, Rossella è stata tratta in inganno dal fratello Luis con la promessa di vitto e alloggio nella sua casa per le vacanze ma si è dimenticato di dirle…come l’avrebbe ospitata come ragazza alla pari! Il “pari” sarebbe cucinare 12 ore al giorno nel ristorante appena aperto da Luis ed Evy…se non lo conoscete ancora andate, è a Rethimnon, si chiama Novecento e siccome cucina la Ro è una garanzia…approfittatene per salutarla e invitarla a fare una giornata in spiaggia al sole con voi per toglierle quel grigio Milano o fumo dei fritti…
Va beh, ore 3,30, come primo giorno può bastare, buonanotte!

MERCOLEDI' 5 AGOSTO - ISOLA DI CRETA...A ZONZO..




Per prima cosa facciamo visita al carcere..oh pardon…al ristorante dove lavora la Ro, il mitico Novecento dei nostri amici Luis ed Evy. Non male come carcere, tutto bianco, sedie bianche, tavoli bianchi, bellissimi ulivi, molto Milano style e un solo secondino…Luis…
Giretto per Rethimnon centro, caratteristico con i molti negozietti per turisti e localini dislocati dalla più piccola via al lungomare. Partiamo per la nostra gitarella cominciando da un paese molto carino all’interno dell’isola, Sifi, famosa per le sue sorgenti di acqua dolce che viene imbottigliata ed è l’acqua minerale più gettonata di Creta! Pranziamo e spendiamo 10 euro in 2, insalata greca e birra. Nel pomeriggio facciamo un giro a sud dell’isola, ad Agia Galini, un posto turistico molto carino e non ancora affollato nonostante sia il sempre gettonatissimo mese di Agosto. Passiamo per la cittadina di Timbaki per arrivare nella splendida Matala, scoperta dagli Hippy e come tutti i luoghi da loro emulati e frequentati meravigliosa in tutta la sua dimensione naturalistica (…siete mai stati ai 2 fari nei capi opposti dell’isola di Formentera?). La baia è caratterizzata da localini dove si suona musica a tutte le ore direttamente affacciati sulla spiaggia a sua volta contornata da due imponenti promontori di roccia gialla che il vento e la mano dell’uomo hanno bucherellato nel tempo, facendoli somigliare ad una gruviera… Le caverne fungevano da luogo di sepoltura per i romani, molte di esse ospitano letti e banchi di pietra. Inoltre venivano usate come dimora dagli hippy durante gli anni 60, attualmente sono considerate ambiente protetto.
Torniamo a casa, sono le 20.30! Stasera cena al Novecento! Meraviglioso spaghetto con sugo di pomodoro (…vero) e basilico, pasta con mandorle e melanzane, involtini alla siciliana, maialino fumé e vogliamo parlare dei dolci?...panna cotta, tiramisù, crostate, tutto fatto dalle manine d’oro di zia RO!! Ma non trascuriamo nemmeno le pizze, magnificamente e temporaneamente gestite da Paron Luis.
Dopo cena Ila la I mozza avverte qualche defaillance fisica..o mamma mia non sarà l’influenza suina che qui in Grecia è così diffusa?!? Beh, domani è un altro giorno…

GIOVEDI' 6 AGOSTO - ISOLA DI CRETA..A LETTO..


AHIAHIAHIAHIAHIAIII..giornata da dimenticare per Ila la I mozza che passa la giornata a letto distrutta dal virus malefico…ma che natura avrà? Non farà dei grugniti?!!
Iniziamo a stampare dettagli sull’influenza suina, ma la sintomatologia descritta non c’è! E se fosse una variante? Eh sì, la cosa più pericolosa in questi casi è che il virus muti all’interno di un organismo umano…pensate che fregatura dopo che tutte le Big Pharma hanno speso cifre da capogiro nella messa a punto dei vaccini…”BREAKING NEWS: il virus dell’influenza A è mutato nell’organismo di Ila la I mozza…i vaccini attualmente in uso non sono più efficaci.”…boato di preoccupazione dei telespettatori.
Deciso che ha l’influenza suina viene messa in quarantena nella sua camera da letto dove solo Albi il capitano ha il coraggio di entrare e farle forza..in salute e malattia…
La giornata scorre veloce, Albi il capitano trascorre la serata al Novecento, anche a lui vengono commissionate delle mansioni e all’una di notte si presenta da Ila la I mozza con una focaccia fatta da lui…mah, diamogli pure da magnà a sto virus!

VENERDI' 7 AGOSTO - ISOLA DI CRETA...OSPEDALE E A ZONZO...



La prima frase della mattinata di Ila la I mozza è…”che bello il MINOTAURO!”. Decidono subito che è meglio farle fare una visita in ospedale. Ma il Minotauro c’era davvero, sul sacchetto di un souvenir. Ma come, tutti sanno che Creta è l’isola delle rovine dei palazzi minoici, delle fortezze veneziane, delle moschee ottomane e dei monasteri bizantini fino alla grotta dove la mitologia vuole che sia nato Zeus. Mentre va in ospedale Ila la I mozza pensa che pagherebbe oro per passare qualche giorno al palazzo di Cnosso dove dai famosi affreschi si poteva immaginare una società ricca, vivace e profondamente ottimista, uomini alti dalla pelle bronzea, vita e fianchi stretti, spalle ampie e cosce e braccia muscolose…e poi si sa che i minoici sapevano bene come divertirsi, giochi da tavolo, pugilato, lotta libera, esercizi acrobatici…per non parlare dei sacrifici umani…chi di noi non ha qualcuno di sua conoscenza che sacrificherebbe volentieri?!?
….Sig.ra Setti Ilaria…ah caspita, fuori dal mondo di Minosse catapultata in questo moderno mondo Greco che ha perso potere tra le alte sfere degli imperi odierni, ma che ha una sanità pubblica di tutto rispetto. In poche ore esami del sangue completi, lastre al torace, elettrocardiogramma, pressione, temperatura corporea, flebo con antidolorifici, wow e i medici parlano pure italiano! La maggior parte dei medici provenienti da famiglie bene (medie o alto locate?) studiano in Italia, dal momento che la facoltà di medicina è considerata una tra le migliori d’Europa. E pensare che ci si laurea in medicina con il giuramento di Ippocrate…quindi l’Università migliore dovrebbe essere greca…boh.
Analisi un po’ sballate, mascherina da untore di peste bubbonica, ma capitan Albi e Ila la I mozza non si danno pervinti. Ila si fa la diagnosi da sola…le analisi sono ovviamente sballate perché il virus l’ha “occupata” (che scoperta) e l’ago con annesso il rubinetto per la flebo lo togliamo da soli in un parcheggio, dopo aver comprato un kit di pronto soccorso al supermercato. Ed eccoli finalmente liberi e felici scorazzare con la macchina in direzione Sud e precisamente verso una bella località poco nota almeno al turismo italiano, Plakiàs, belle spiagge, bei locali e un piccolo ma grazioso borgo. Per arrivare a Plakiàs, c.ca 70 km a Sud di Rethimnon, si passa da una strada in mezzo a montagne molto alte, brulle e completamente disabitate fino ad arrivare poco prima del paese al Kotsifou Canyon, una canale suggestivo in mezzo a montagne di rocce altissime ai piede delle quali si trova il letto di un fiume semiasciutto.
Rientro nella splendida casa nella roccia “firmata” Evy e Luis e poi cena da zia Ro al Novecento.
Tutti a nanna, domani è ora di assaporare il vento di queste minuscole terre che costellano il firmamento del mare Egeo.

SABATO 8 AGOSTO - CRETA-ATENE-LAVRION


“Al chiaro del mattin, al chiaro del mattin, mi sveglia una canzone con il sol…andiam andiam”. Ore 7.00..solo cantando si può andare avanti. Aeroporto di Iraklion preso d’assalto dai turisti ma tutto sommato ben organizzato. Ore 11 Atene e poi subito taxi per Lavrion dove ci attende la nostra casetta galleggiante sul mare! Arriviamo al porto di Lavrion in poco più di mezz’ora da Atene, ci accoglie l’eccellente organizzazione di Navigare-Yachting. Facciamo il solito Check-in lungo, intenso, ben dettagliato. Cambiamo un po’ di utensilerie usurate e stremati da cotanta attività psicofisica ci dirigiamo alla taverna più vicina per mangiare un ottimo tzatziky, una specie di moussaka, pesci fritti e zucchine fritte. Ci alziamo da tavola stranamente appesantiti e gonfi e ci dirigiamo al super dove incontriamo altre 100 crews di Mondovela che fanno la spesa, si rivede anche qualche viso noto risalente alla flottiglia Dodecanneso 2003 quando galeotto fu il mar tra capitan Albi e Ila la I mozza. Delivery to the boat e continuiamo a mettere a posto sta barca. Si sono fatte le 19, troppo tardi per le preventivate 25 miglia per arrivare a Kythnos…ma domani è un altro giorno e ce la faremo ad essere più svegli e in forma! C’è molto vento che guarda a caso si chiama Meltemi, si dice che durerà parecchio con forza 5,6,7 anche se nelle zone del Peloponneso dovremmo essere meno esposti rispetto alle Cicladi.
Ah dimenticavo...la barca è un Cyclades 43.4 e si chiama AMORETERA…pensate ad una vacanza più romantica di così??

DOMENICA 9 AGOSTO - LAVRION-KYTHNOS (MERIAS) 35 MG SE



DOMENICA 9 AGOSTO
LAVRION-KYTHNOS (MERHIAS) 35 MG SE
Buongiorno ma soprattutto…buon vento!! L’ululare del meltemi ci ha accompagnato tutta la notte ed il risveglio viene accarezzato dalle sue raffiche e dal suo sibilo. È ora di mollare gli ormeggi altrimenti non partiamo più!! Ehi mi raccomando Capitan Albi, ricorda che stavolta siete solo in due e quindi è tutto più complicato, nonché enfatizzato dal vento. Salutiamo gli ultimi amici della flottiglia di Mondovela e si parte!
Il vento anche all’interno del porto di Lavrion è davvero forte, con raffiche fino a 30 nodi, il mare ovviamente agitato, increspato, spumoso. Ci dirigiamo a SE, alla volta dell’isola di Kythnos, una delle più grandi delle Cicladi, poco frequentata dal turismo straniero ma molto battuta dai greci della terra ferma. Il vento è molto forte, apriamo solo un po’ di fiocco e fortunatamente ci mettiamo in una comoda andatura di lasco. Anche le onde sono al giardinetto, cosa che rende la navigata molto più confortevole del previsto, sebbene sempre piuttosto agitata (più volte qualche onda ci fa fare un bagnetto non richiesto). Oltre al comfort, l’andatura ci regala una velocità inaspettata, tra i 7 e 8,5 nodi, grazie alla quale raggiungiamo la nostra meta prima del previsto in sole 3 ore e mezza di navigazione..giusti giusti per l’ora di pranzo…ah, insieme al vento mangiare è l’altra nostra grande passione. Ci fermiamo in alcune cale a nord del porto di Merìhas che sono considerate le più belle dell’isola (Episcopis, Apokrovsi e l’isoletta di Aghios Loukas). Abbastanza ben riparate dal vento si estendono lunghe lingue di sabbia che danno il curioso effetto ottico di vedere le barche nelle loro vicinanze spiaggiate anziché ormeggiate! Bagnetto, pranzo con spago e meritata pennica.
Partiamo presto alla volta del vicino porto di Merìhas verso sud, in modo da trovare riparo dal vento per la notte. Il porto è molto piccolo, circa 15 posti barca, quindi conviene arrivare per tempo. Abbiamo parecchi problemi ad ormeggiare, c’è molto vento e la nostra barca così panciuta entra con fatica nei posti che avevamo individuato. Troviamo anche uno scortese signore greco con una curiosa barca colorata che invece di aiutarci ad entrare (come da buona regola da vero uomo di mare) ci rimbalza insultandoci per aver dato ancora sopra alla sua..strano soggetto, si vede che in genere veleggia in febbraio e non incontra nessuno nei porti…
Per fortuna un simpatico gruppo di ragazzi greci esce e ci lascia il suo posto barca. Veniamo aiutati anche dai gentilissimi pescatori del paese. Ci vestiamo da turisti terrestri e andiamo a fare il bagno un una spiaggietta di ciottoli carina sul lato destro del porto.
Merihas è un paesino molto carino, tutto arroccato intorno al porto. Lungo il mare si susseguono una serie di ristoranti, bar, super market fino a giungere alla cima del promontorio dove all’interno di un moderno castelletto è stato ricavato un disco club super trendy a picco sul mare…tipo un Raya cicladiano. Facciamo ape sulla spiaggia al Remezzino, cena in barca con pollo e patate al forno..e che si vuole di più?!...dormire.

LUNEDI' 10 AGOSTO - KYTHNOS-SERIFOS (25 MG SE)



Sveglia fortunatamente non di buon’ora. Ci accorgiamo che il vento non ci ha mai mollati e cominciamo un po’ a temere per la nostra uscita dal porto di Merihas, ma soprattutto…di tirare su qualche altra ancora dato che nell’ormeggio in posti piccoli e ventosi è abbastanza frequente. Prima ci ritempriamo un po’ con un’ottima colazione in uno dei bar affacciati sul porto. Figo! Ottimo succo d’arancia freschissimo, croissant alla nutella e yoghurt greco con frutta fresca.
Ehi ehi, molte barche sono uscite, corriamo a mollare gli ormeggi prima che qualcuno arrivi e butti la sua ancora sopra la nostra. Ah per la cronaca e descrivere la vita di paese...si incontrano spesso delle vecchiettine basse con capelli bianchi tutte vestite di nero, tipo quelle che si vedono nelle cartoline greche! Per chi non lo sapesse non si vestono total black per questione di stile, ma per questione di rispetto nei confronti dei loro defunti mariti e per essere quindi consone alla loro vedovanza. Tale abitudine è quasi ormai totalmente persa al nord Italia..dove le vedove vanno in giro vestite di rosso nella speranza di risistemarsi e magari seppellire l’ennesimo marito…mentre rimane rispettata in qualche paese del Sud.
Via, mollo degli ormeggi con l’aiuto del signore cattivo greco, ci sono molte raffiche di vento ed ovviamente tutto il porto che guarda che fino ha fatto la nostra ancora visto che precedenti diportisti avevano ancore incastrate con altre e..come volevasi dimostrare...idem! Ila la I mozza corre al timone e lascia spazio all’ancora a Capitan Albi che con un curioso uncino e cimetta riesce a mollare l’ancora maltolta di un ferro da stiro. Bene, si va tra venti e mari alla volta dell’isola di Serifos, 25 mg a Sud. Navigazione abbastanza tranquilla con onde e vento in poppa. Apriamo solo il fiocco visto l’intensità del vento (20 nodi con raffiche di 30) e la difficoltà in 2 di gestire anche la randa (soprattutto per la prima mozza). Arriviamo in prossimità dell’isola di Serifos dove il vento rinforza in maniera decisa con raffiche di 40 nodi. Rientriamo il fiocco! Incredibile, la barca sbanda anche senza vele, è impossibile fermarsi in qualunque cala per fare il bagno. Arriviamo direttamente all’unico porto di Serifos (Livadi) dopo c.ca 4 ore di navigazione per passare la notte…più che in porto (che ha una banchina al massimo per 10 barche) nella rada del porto, molto ben estesa, con molto spazio, purtroppo molto poco riparata dal vento che entra dalle montagne con raffiche di 30 nodi. Oplà, ancora perfetta e capitan Albi aggiunge un tocco di raffinatezza marinara all’ormeggio creando ed aggiungendo una seconda ancora di sicurezza. Pranziamo ore 17 con riso freddo accuratamente preparato la sera prima.
Adagiata su una collina rocciosa con case bianche costruite a strapiombo sulla baia di Livadi si trova l’immacolata Chora, capoluogo dell’isola, tipico villaggio cicladico con case bianchissime, mulini a vento (si staccherà la pala?!!), chiese ortodosse dalle cupole azzurre e in cima alla collina le rovine di un antico castello veneziano. La Chora presenta agli occhi del visitatore un’immagine stupenda, con le sue case bianche candide arrampicate fino alla cima del Kastro.
Ehi ehi che vento..robe da matti, si può stare solo in casa, ah pardon, sotto coperta!
Aperitivo, musica buddha bar e cena con frittatone alla Bud Spencer…cipolle e patate..
Notte e speriamo che domani Eolo sbuffi un po’ meno.

MARTEDI' 11 AGOSTO SERIFOS-HYDRA (60 MG WNW)



Eolo deve essere più arrabbiato del solito e forse è un po’ che non sbuffa, tossisce, starnutisce…abbiamo passato una notte un po’ tesa, o meglio con vento molto teso…tra i 30 e 40 nodi, non ha mai cessato di soffiare, di infrangere le onde sul molo, di tirare la nostra ancora e soprattutto di far venire la tremarella alle nostre porte...teribbbile! Alcuni pazzi graziati dal cielo sono arrivati ad ormeggiare durante la notte e tra qualche urlo tra poppa e prua ci siamo svegliati anche noi convinti che qualche ancora di qualche barca vicino avesse arato e di trovarci qualche ospite inatteso nella nostra cabina di prua. Va beh è andata come è andata, sveglia alle 7, meglio partire di buon’ora...la verità è che speravamo di trovare un po’ meno vento di mattina presto…
Ora la nostra fighissima II ancora di sicurezza si trasforma in un problemino che è quello di tirare su a mano 20 metri di catena! No problem, fa tutto capitan Albi..vorrei vedere, è l’unico uomo della ciurma!!
Direzione Peloponneso…alla ricerca della tranquillità. E’ la prima volta che mi sento dire..”andiamo alla ricerca del non vento!”. Ci basta uscire dall’isola di Serifos per avere almeno 10 nodi in meno! Ci prepariamo subito con la randa, se fuori il mare è grosso poi non riusciremmo a regolare le vele. Comunque ricordatevi, spesso Livadi può rivelarsi un riparo non sicuro per i venti provenienti da Nord…
Doppiato il capo dell’isola in direzione NW il mare è un po’ mosso, ma il vento è finalmente sceso tra “banalissimi” 20 e 25 nodi. L’andatura è perfetta, un bel traverso con il mare non troppo ondoso che ci regala la fantastica velocità di 7,5 nodi. Il vento rimane costante e il mare pure, il tutto ci dà un po’ di conforto visto i preliminari. Il mare è sempre più calmo man mano procediamo verso NW e il vento…è finito!!...ma dai cosa dici?!?..ci sono 15-18 nodi è che dopo 72 ore di soffio incessante a 30 nodi ci sembra nulla. Con grande orgoglio la I mozza viene promossa a Paul Cayard del polesine e timona con discreta tecnica per 90 minuti! Ad un certo punto un urlo, che non era il preludio per una straorza ma l’avvistamento di un magnifico delfino che si tuffava con elegante stile in un’onda proprio a dritta della nostra prua. Wow che spettacolo della natura!! Oh adesso il vento è veramente finito…10 nodi..In circa 6 ore raggiungiamo il capo dell’isola di Hydra, di fronte al Peloponneso. Sembra un altro mondo, le barche veleggiano come nei disegni dei bambini senza tormentina, il mare ha un moto ondoso normale, il cielo è turchese, senza quella patina di sale dovuta agli spruzzi del mare impazzito delle Cicladi che confonde i colori e li rende meno nitidi.
Ci fermiamo a fare il bagno nelle acque calme, quasi calde e trasparenti tra la costa del Peloponneso e lo scoglio di Soupia, di fronte ad Hydra. Ma oggi mi sento come S. Francesco…una tartaruga vicino alla barca alza più volte il capino alla ricerca di cibo o forse dei suoi simili.
Andiamo al porto di Hydra, esattamente qui di fronte, dista c.ca 4 miglia...presto è molto piccolo, si dice che d’estate si arrivi addirittura a trovare posto in terza fila..beh noi facciamo di meglio, ci mettiamo in quarta fila. Uno degli ultimi posti liberi! Che spettacolo, ma questa è la vera Portofino del Peloponneso! Hydra è considerata il vero gioiello del Golfo di Saronico. Sembra che qui come a Portofino, abbiano casa celebrità e personaggi importanti nascoste tra i graziosi edifici affastellati sul pendio che domina il porto. Sull’isola è vietata la circolazione di tutti i veicoli a motore il che la rende rilassante, tranquilla e vacanziera al punto giusto. La sfarzosità delle costruzioni risale al ricco passato di Hydra come base di costruzioni marittime e dove appunto ricchi mercanti decisero di prendere dimora.
Nel porto non importa dare ancora bene, anzi è quasi impossibile. Tutte le barche vicine vi daranno una mano per fissarsi a loro con delle cime. Questa curiosa dama di barche sarà anche la vostra passerella per scendere al molo…attenzione a non cadere tra una cima e l’altra o in qualche oblò lasciato aperto!
Cena in una fantastica taverna in una salita all’estremità sinistra del paese, la taverna Gitoniko/Manolis e Christina. Fantastico ambiente a conduzione familiare, bellissima terrazza immersa nel verde e soprattutto ottima cucina! Ottimo lo stuffed leale...foglie di vite con ripieno di carne piccante. Spesa c.ca 25 euro a testa con ottimo vino bianco greco. Non abbiamo voglia di fare la staffetta tra le draglie delle barca e paghiamo un taxi boat 10 euro per riportarci alla nostra barca…distanza percorsa: 20 metri.
Saliamo in barca, l’allegra combriccola di fianco a noi suona chitarra e un cassa di birra vuota come bongo. Io scrivo il mio diario a lume di candela alla citronella…sempre meglio del cero rosso da cimitero che capitan Albi mi ha impedito di comprare al supermercato.
Notte tra mille lucine che si specchiano nell’acqua come in un presepe.

sabato 12 dicembre 2009

MERCOLEDI' 12 AGOSTO HYDRA



La vita del porto è sempre…movimentata!! Alle prime luci dell’alba si cominciano già a sentire i primi rumori, barche che vanno e che vengono, voci, marinai che urlano come se fosse già metà mattina e dulcis in fundo il catamarano dietro di noi deve partire alle 7! Va beh, la vita del vero marinaio è questa…sveglia presto...pescatore docet.
Andiamo alla ricerca di qualche bella caletta dove fare il bagno...ecco che il Paul Cayard del Polesine tutto ringalluzzito dalla bella figura della giornata precedente rimette mano al timone e veleggia egregiamente con andatura di poppa, vento 15 nodi, velocità barca 6,5 nodi. Facciamo 3-4 strambate fino al difficile passaggio tra due grandi scogli. Ehi ehi esame superato, 10 e lode! Ci dirigiamo verso la cala di A. Nikolaos, a SE dell’isola. Ci sono pochissime barche e solo qualche taxi boat che disturba la quiete portando i turisti che altrimenti non avrebbero spiagge raggiungibili da terra. Decidiamo di “varare” il nostro bel tender grigio ed arancione per andare alla scoperta delle belle grotte naturali disseminate nella baia. Tender figo, pulito, unico neo, manca il tappo ed entra un po’ di acqua…va beh, finiremo il giro turistico prima di affondare. Questa baia è davvero uno spettacolo, un susseguirsi di piscine naturali, spiaggiette di ciottoli e grotte scavate dal vento dove, se fossi un animale marino, mi farei sicuramente una splendida e riparatissima tana! Tornati in barca prima dell’affondamento del tender veniamo presi da ipercinetismo da orsetto lavatore e cominciamo a pulire tutta la barca con spazzolone e detersivo..la verità è che stasera arrivano i nostri 2 compagni di avventure e non vogliamo fare la figura degli zozzoni…
Molliamo gli ormeggi per cambiare baia per il pranzo e ci rispostiamo verso il porto di Hydra. Troviamo una bella caletta di fronte allo scoglio di Petassi, attenzione però il fondo è algoso e si fa fatica a dare ancora. Pranzo galattico preparato da capitan Albi..penne con i peperoni..con uno stomaco così come si fa a dire di no a una bella pennica?!? Ore 18 ci dirigiamo verso il porto, Marco e Loreta arrivano con l’aliscafo delle 21 ed oltre alla barca pulita è meglio che trovino anche noi...puliti. Sappiamo ormai dove ormeggiare…al nostro solito posto, quarta fila, estremità sinistra guardando il molo, di fronte alla solita chiatta che domani mattina uscirà facendo il rumore di un terremoto. Le barche vicine sono cambiate rispetto a ieri, unico superstite un signore del luogo che rema avanti e indietro su una barca rosso fuoco, capelli e barba lasciati incolti da 10 anni.
Aliscafo puntualissimo ore 21. Marco e Loreta arrivano con uno splendido taxi boat rosso fiammante dopo c.ca 48 ore di viaggi aerei per il mondo, arrivano dall’Oriente!
Tutti belli profumati andiamo a cena in una bellissima taverna appena sopra al paese sotto un tetto di foglie di vite. Cena tipica greca con tzatziky, formaggio fritto, zucchini fritti, alici, crema di ceci, insalata greca...guardiamo esterefatti Marco e Loreta fagocitare ogni cosa, probabilmente non mangiano da 48 ore…
Dopo la staffetta tra le barche per scendere Marco e Loreta concordano che sia meglio pagare 10 euro per 20 metri e prendiamo un taxi boat. Notte, la ciurma di Amoretera si è moltiplicata!

GIOVEDI' 13 AGOSTO HYDRA/FOKIANOS (29 MG SW) FOKIANOS/KIPARISSI (5 MG SW)


Ci svegliamo molto tardi rispetto all’attività del porto di Hydra...verso le 9.30. Strana giornata, la chiatta non è uscita, ci sono pochi pescatori, meno gente che urla ma…appena mettiamo fuori il capino da sottocoperta notiamo che i diportisti ormeggiati intorno a noi si sono trasformati in tanti avvoltoi pronti a mozzarci la testa se non molliamo gli ormeggi per lasciare uscire le barche dietro! Le 2 mozze scendono a terra per fare la spesa barattando la levata degli ormeggi con uno “strappo” in banchina con il tender di una skipper delle barche pronte ad uscire.
Spesa nell’unico market vicino al porto (carissimo…) e colazione con yoghurt greco e frutta fresca affacciate sul porto. Cavolo è incredibile quanto sia animato il porto tra le 10.30 e le 11, aliscafi che portano e prendono gente, barche delle gite felici di turisti ammassati come sardine in visita al porto di Hydra, taxi boat sfreccianti come Ferrari, etc. ma lo spettacolo più esilarante è il mollo degli ormeggi in contemporanea di tutte le barche che erano rimaste nelle file dietro e che sembrano voler fuggire accartocciandosi come nel mitico parcheggio della fabbrica di Fantozzi alle ore 17…
Usciamo dal canale tra Hydra e il Peloponneso, c’è un bel vento teso intorno ai 18 nodi. Tutti ci facciamo prendere dall’entusiasmo della prima veleggiata e ci turniamo al timone senza sosta come tanti “cayardini”, I mozza, II mozza, gold zavorra…ma robe da matti, tutti tranne capitan Albi!
Andatura di poppa con vento intorno ai 15 nodi, facciamo una buona velocità, intorno ai 6,7 nodi. Poi il vento sparisce e ci riduciamo ad una noiosa velocità di 3 nodi…va beh, visto che non siamo poi così fanatici possiamo rientrare il fiocco e andare a motore. Tentiamo di fare il bagno in una cala nello scoglio di Trikeri, il primo a sud del canale, ma da poco vento che avevamo si scatena una piccola tempesta proprio nella cala. Abbandoniamo quindi l’idea e cominciamo a navigare a SE verso Fokianos (c.ca 19 miglia).
Smotorata tranquilla, incredibile il mare è come un olio e decidiamo di fermare la barca per fare il bagno nel blu super blu…profondità 300 metri! Proseguiamo e mangiamo in navigazione una bella insalata ricca di uova, alici, pomodori, lattuga, carote, veramente bella, buona e coreografica, tutto merito della II mozza! Continuando la nostra navigazione incontriamo un folto gruppo di delfini che cavalcano elegantemente le onde e romanticamente sempre in coppia. In vicinanza della terra si apre davanti a noi uno spettacolo incredibile, alte ma dolci montagne ricoperte di conifere che si tuffano nel mare. In fondo una lunga spiaggia di grossi ciottoli grigi dove alcune persone hanno “piantato” delle tende per passarvi la notte. Sulla sinistra della baia di Fokianos si trova un piccolo stagno circondato da sparsi olivi tra cui sorge un piccolo baretto. Assoluto silenzio. Altre sole due barche alla ruota. I colori sono splendidi, tra il blu intenso del mare e il verde che arriva altissimo fino ai 1300 metri delle montagne sovrastanti. Bagnetti, passeggiate nella spiaggia di ciottoli, ribaltamenti di tender, va beh è ora di andare. Tra l’altro si è alzato un vento di c.ca 20 nodi da sud! Andiamo verso Kiparissi, dove arriviamo in poco tempo, una mezz’oretta. Il paesino è delizioso, con le casette bianche che sembrano ancora più minuscole sovrastate come sono dalle montagne. Non è possibile ancorare al moletto del porto, c’è troppa risacca. Decidiamo quindi di ormeggiare nel seno a levante, davanti ad una chiesetta. Troviamo un po’ di ostilità tra le barche vicino alle quali vogliamo ormeggiare. Un signore greco con un ferro da stiro ci assale dicendo che siamo sopra alla sua ancora…come farà a saperlo dall’alto del suo ponte?! Lo soprannominiamo “il padrone dell’Egeo”...razzista visto che dice che essendo noi italiani qui siamo ospiti…ma nessuno gli ha mai detto che il mare è di tutti?!! È la prima regola dei veri signori del mare, categoria alla quale evidentemente non appartiene. Anche il nostro vicino francese non sembra entusiasta della nostra presenza..ma robe da matti, qui c’è un sacco di posto per tutti e noi con il nostro ormeggio da I classe fatto da capitan Albi non abbiamo dato fastidio a nessuno, imparate ad andare per mare, maleducati!
Doccetta e poi meravigliosa pasta con peperoni e melanzane sempre by la II mozza. Gold zavorra si lamenta per il suo bagno, domani lo vuole piastrellare con la bisazza e rifare l’impianto idraulico..boh, speriamo bene. L’argomento della cena sono gli ex flirt…decidiamo che siamo stanchi, anzi mooolto stanchi, meglio tagliare corto e andare a dormire..
Domani mattina ci svegliamo presto così il padrone dell’Egeo sta tranquillo con la sua ancora del piffero!

martedì 8 dicembre 2009

VENERDI’ 14 AGOSTO - KIPARISSI/CALA AK. VATHI AVLAKI/ CALA CALA..BRONE/MONEMVASSIA (25 MG SW)




Sveglia 9.30, Mister Egeo è sparito a camminare dietro la chiesa (speriamo che qualcuno gli faccia la doccia con un po’ di acqua santa) ed è rimasto in barca il suo povero e paziente marinaio. Andiamo a visitare il paesino di Kiparissi, barca all’inglese sul molo dell’aliscafo. Ci incuriosisce un bellissimo bar vista mare con sedie, colonne, imposte, tavoli, divani, tutto turchese Grecia! Di quel turchese che si vede nelle cupole delle chiesette delle cartoline! Entriamo, ci sono bellissime foto della baia di Kiparissi di notte, antica e con il mare in burrasca. Anche l’interno del bar è molto particolare, con specchi e lampade etniche, un muro volutamente scrostato sempre con i toni dell’azzurro e una splendida aria di ozio, serenità, silenzio…una sola ragazza ci accoglie, le facciamo capire che vogliamo mangiare con la lingua più internazionale del mondo..le mani!! Ottima colazione con yoghurt greco con frutta fresca noci e miele, più…fresh orange juice! Facciamo un po’ di spesina nel market del paese, un po’ caro e sguarnito, ma l’unico che c’è! Compriamo un qualcosa che assomiglia ad una lattuga ma poi scopriamo che si mangia cotta e non cruda! Il signore del market è molto gentile e ci porta l’acqua in barca con il suo potente mezzo…uno scooter di 20 anni sul quale si trasforma in Valentino Rossi e in una curva…traack...perde una cassa di acqua..niente paura, riprende la corsa, tutto ok.
Bagnetto veloce nella splendida spiaggia di fronte a questo delizioso paesino e via, molliamo gli ormeggi! Andiamo verso SE alla caletta AK. Vathi Avlaki (36°51’511N 23°02'628E). La baia è molto tranquilla, sempre circondata da altissime montagne verdi…sembra un lago alle pendici delle dolomiti! Solo un’altra barca alla ruota. Decidiamo di fare una prova con le cime a terra vista la tranquillità del vento e del mare, ottimo campo di prova per due principianti come gold zavorra e I mozza…e infatti…come volevasi dimostrare. Gironzolano senza sosta davanti a mille scogli appuntiti, tutti ottimi per dare le cime a terra.. dopo 20 minuti individuato finalmente “lo scoglio perfetto” decidono di mettere la cima, ahi ahi, gli scogli sono appuntiti...la I mozza scende con i piedi tra le alghe….bla che schifo, che paura…pure con le scarpe. Gassa fallita per la I mozza, la fa bene gold zavorra, ma tornando indietro si aggrovigliano nella cima di 50 metri, alla fine li va a prendere capitan albi…voto 0… tra l’altro le cime a terra non servivano, era solo un banco di prova, se ci fosse stato vento e davvero bisogno delle cime, con questa velocità a darla la barca sarebbe nel frattempo affondata. Voto 10 alla II mozza promossa ancorista.
Facciamo il bagno e con enorme stupore ci accorgiamo che non solo sembra di essere in montagna ma anche l’acqua ha la temperatura di una sorgente di montagna! Impatto difficile ma poi grande idillio del sistema circolatorio. La spiaggia è di sassi tondi e piccoli, perfettamente levigati dal mare, quasi comodi. Torniamo in barca e prepariamo la nostra bella e sana insalata e ci fermiamo a mangiare a Cala…brone, beh la chiamiamo noi visto che un nome non ce l’ha! (36°48'484 N 23°04'980 E). Ci sono 20-25 metri di fondale ed è esposta a E e S.
Dopo pranzo andiamo alla scoperta di un’insenatura incredibile dove l’acqua è turchese e sempre freddissima. Tornati in barca proseguiamo per Monemvassia.
Arrivati in prossimità della baia lo stupore è grande quando scorgiamo dietro l’isola (collegata alla terra ferma con un ponte) la città rocca o città nascosta….
Ormeggiamo in banchina a sinistra della baia, dove c’è meno risacca. La leggendaria ed inespugnabile città bizantina resta ancora nascosta alla vista, almeno finché non si percorre a piedi la strada che costeggia la rocca dal suo lato meridionale. Dopo una curva a picco sul mare spunta una possente cinta muraria in cui si apre una porta. Da lì si penetra nella città bassa, il Kastro prima bizantino e poi veneziano, da cui poi un ardito sentiero porta alle rovine della città alta e al castello che domina l’altopiano della “Gibilterra Greca”.
Ceniamo in una taverna sul mare al bordo della baia.
Andiamo a nanna che domani dobbiamo fare i piccoli cercatori di tesori nascosti nella città antica! E se scoprissimo...un vascello fantasma spiaggiato sulla rocca?!?

SABATO 15 AGOSTO - MONEMVASSIA/ELAFONISSOS (30 MG SW)

Sveglia di buon’ora…alle 9! Colazione veloce e via ad espugnare la città fortificata prima che il caldo espugni noi! Ci sono delle navette che dal centro portano alla rocca, la preferiamo andare a piedi visto che più che andare da poppa a prua ultimamente non abbiamo fatto.
Arriviamo all’entrata della città completamente sudati, assetati, affamati…cavolo, ma si vede che non siamo più abituati a camminare sulla terra..
Appena entrati nella città antica tutto il suo splendore ci riappaga di tanta fatica. Il paese è un intrico di stradine poste in diagonale sul pendio della montagna, un quadrilatero racchiuso da mura che sta vivendo ultimamente un illuminato recupero da parte di nuovo abitanti che ne hanno apprezzato la quiete e la storia. Molti i ristoranti e i bar con splendide viste sull’Egeo e su Capo Maleas. È strano e affascinate camminare su queste pietre così lisce, scivolose, levigate dal tempo, dal vento e dal camminare di chissà quanti uomini, mercanti, nobili veneziani ed oggi turisti e attenti visitatori. Saliamo sull’altopiano ricoperto da sterpaglie e rovine, fino ad arrivare alla chiesa bizantina di Aghya Sofia, una delle più severe della Grecia, con alcuni notevoli affreschi all’interno. La chiesa vista dal mare è anche uno dei più bei punti dell’intera costa. Di fianco alla chiesa si erge un ulivo secolare, che sicuramente avrebbe molte storie da raccontare. Ci facciamo alcune foto anche sui pendii vicino alla chiesa e ci rendiamo conto che era davvero un punto strategico ed inespugnabile visto che nemmeno il più attrezzato e moderno alpinista sarebbe in grado di scalare un terreno così scosceso…comunque anche se fosse tali attrezzature ancora non erano disponibili!
Torniamo verso il centro del paese, abbiamo lasciato capitan Albi e gold zavorra (che ormai è quasi un II capitano) andare in barca a fare gasolio ed acqua..ogni tanto ci godiamo questo nostro essere mozze, donne, gentil sesso, seppur medie…
Rimaniamo abbagliate dal luccichio degli swarovsky che costellano alcuni simpatici sandaletti nella vetrina di un bel negozietto..la II mozza (nota collezionista di scarpe) confessa di aver già puntato i piedi dei fedeli usciti dalla chiesa tutti tempestati di brillantini di indubbia origine…e finalmente ne scopriamo l’origine…è un affare da non perdere!!
Prendiamo dei panini take away per i 2 declassati mozzi in barca…qui comunque ci deve essere poco turismo straniero perché facciamo fatica a trovare persone che parlino inglese, a parte la signora del negozietto dei sandaletti che pur di venderci i suoi articoli si è preparata con un dizionario english Zanichelli in 20 secondi.
Torniamo in barca a piedi tutte sudate per sfamare i nostri uomini, capitani, marinai e invece ci troviamo di fronte ad una scena imbarazzante…i nostri machi da puzzolenti e tatuati marinai si sono trasformati in due colf filippine con la mission impossible di scrostare la barca dal sale e farle cambiare colore da giallo avorio a bianco neve di montagna illuminata dal sole il giorno dopo di un’abbondante nevicata! Saliamo in punta di piedi per non rovinare l’opera...mentre stiamo finendo le ultime cose un’enorme tartaruga, non curante delle mille insidie del porto, ci passa sotto la chiglia…e pensare che la II mozza è appena tornata dalle Maldive e con ben 2 immersioni al giorno non ne ha vista una!!
Partiamo per doppiare il capo del II dito del Peloponneso alla volta di Elafonissos (30 mg SE). Niente vento, mettiamo il gettonatissimo pilota automatico e leggiamo letture più o meno impegnate…Generalmente il vento rinforza in prossimità di Capo Maleas, ma non essendoci per niente vento non ci sono nemmeno rinforzi. Una cosa ci colpisce, in prossimità dei capi si trovano disseminati come funghetti delle casupole bianche dove alcuni monaci passerebbero lunghi periodi di preghiera e di silenzio (non sarà assoluto quando soffia il vento…). Una strada sembra condurli alla civiltà, ma non capiamo come possano sopravvivere a lungo senza acqua e viveri…anche se non ci è dato sapere cosa davvero alimenti animi tanto umili e lontani da ogni abitudine terrestre.
Giungiamo a destinazione, la baia di Elafonissos è davvero uno spettacolo! Acqua cristallina, un fondale di sabbia bianca, poche le barche alla fonda in circa 7-8 metri di fondale e siamo a ferragosto! La baia è circondata da dune di sabbia e da un promontorio che divide la nostra cala da una baia un po’ più grande. La spiaggia a terra è attrezzata con ombrelloni di paglia e meno chic…di stoffa. L’acqua è calda, tranquilla, trasparente ed invitante, facciamo lunghi bagni e passeggiate sulle dune. Torniamo in barca e dopo esserci lavati in mare con il bagnoschiuma marino ci godiamo lo splendido spettacolo del tramontare del sole dietro ad una montagna a ridosso delle dune di sabbia. L’acqua della baia si colora di rosa, ape con campari orange e cafe del mar in sottofondo.
Ceniamo con un fighissimo riso freddo accuratamente preparato dalle due mozze che però non riscuote molto successo dalle 2 colf filippine.
Ehi ma stasera c’è un evento speciale: I mozza e capitan Albi festeggiano il loro 6° anniversario e proprio stasera come allora c’è uno splendido falò sulla spiaggia e loro osservano da lontano i fortunati protagonisti di una serata romantica e speciale, come in un film scorre la pellicola che li ritrae nello stesso magico momento di 6 anni fa…

DOMENICA 16 AGOSTO / ELAFONISSOS/KITHYRA (28 MG)




Sveglia nella meravigliosa acqua cristallina della baia di Elafonissos. C’è un po’ di vento stamattina, ma sulla spiaggia ancora poca gente, come se la sera prima avessero fatto baldoria! Sempre poche le barche alla fonda…4…visto che una se n’è andata ed è pure domenica. Andiamo a riva a nuoto per perlustrare la baia dopo quella del nostro ormeggio, collegata con una lunga lingua si sabbia. La presenza degli ombrelloni in stile caraibico non turba più di tanto e l’acqua con la luce del mattino assume ancora di più colori intensi e meravigliosi, sfumature dal blu turchese all’azzurro cristallino, sembra quasi una spiaggia caraibica! Facciamo un’ascesa alla collinetta che domina le dune sabbiose della baia, dalla quale è possibile vedere i tre mari..Ionio, Egeo e Mar di Creta. Torniamo in barca e salpiamo alla volta dell’isola di Kithyra di fronte al Peloponneso, ma che in realtà è l’ultima delle isole ioniche. Percorriamo 28 mg in direzione sud, soffia un vento teso da NE, c.ca 20 nodi. Partiamo con il vento in poppa, ma poi gira, gira, gira, fino ad offrirci una bella bolina. E sorpresa delle sorprese a timonare con successo e non curante del mare parecchio ondoso c’è gold zavorra che si merita ormai un posto nelle sfere più alte dell’organico della crew AMORETERA.
Giungiamo in prossimità di un relitto di fronte al paese di Diakofti. Era una nave commerciale davvero grande, si può vedere tutta la sua prua abbarbicata sul grande scoglio…chissà com’è finita lì su!
Questa zona è una trafficatissima autostrada del mare, dove grossi mercantili spostano le merci da E a W dell’Egeo e dello Ionio.
Passiamo il capo Est dell’isola di Kithyra e puntiamo verso una cala appena prima del porto di Kapsali per mangiare. Il vento è finito, ma il mare è ancora agitato. Pranzetto veloce e verso le 18 arriviamo nel porto di Kapsali dove troviamo posto senza troppe difficoltà…o meglio con una grande fortuna, visto che se avessimo scelto tutti i posti liberi vicini alla fine della banchina la capitaneria di porto ci avrebbe fatto smammare, come ha fatto con tutti quelli ormeggiati alla nostra sinistra. Fate attenzione perché non è segnalato che in banchina ci sia un posto riservato alla capitaneria di porto e nemmeno abbiamo capito se è consuetudine o se è stata una situazione di emergenza/particolare.
Kapsali è molto carina, superba è la Chora arroccata sulla montagna, il golfo diviso in due bracci, la trafila di baretti lungo la banchina, l’interno che alterna verdi gole e rupi maestose, la rocca veneziana, spiagge ai piedi di alte pareti.
Entusiasti vediamo gente partire con asciugamani e bagnoschiuma verso delle presunte docce pubbliche e li seguiamo già folgorati all’idea di poter fare una doccia di mezz’ora…e..grande delusione…al posto di rosoni di docce con cascate d’acqua ci troviamo di fronte ad una tristissima canna di gomma che non serve più nemmeno ad abbeverare il più sfigato dei giardini! Va beh, bella doccina in barca e le 2 mozze si agghindano con sandalino di swarovsky, vero pezzo cool del Peloponneso.
Facciamo un giro per i ristorantini affacciati sul porto e scegliamo l’ultimo in fondo, immerso nel verde, Taverna Hydra Giorgio. Ottima cucina, sublimi le bruschette alla greca e la crema di melanzane per la modica cifra di 23 euro a persona. Dopo la cena veniamo presi da un’irrefrenabile voglia di movida e cerchiamo un taxi per la Chora, ma non solo non lo troviamo, ma veniamo informati del fatto che la movida della Chora è pari a quella di una casa di riposo dopo le 22…Meglio, pure noi siamo da casa di riposo e torniamo in barca. Domami mission impossible 2…trovare una macchina per perlustrare l’isola!

LUNEDI’ 17 AGOSTO / KITHYRA…A ZONZO PER L’ISOLA...



Notte tranquilla, il porto è molto ben riparato dai venti e dal mare. Andiamo a fare colazione in uno dei bar intorno alla baia di Kapsali individuato la sera prima da capitan Albi…condicio sine qua non..che faccia l’omelette!! Troviamo una simpatica cameriera (finalmente..in molti posti non abbiamo trovato tanta cortesia, strano in Grecia), il bar si chiama la Fortezza. Ottimo tutto, dai toast allo yoghurt greco con frutta fresca e noci al freddo capuccino (un cappuccino shakerato)…insomma abbiamo mangiato come ad un banchetto di nozze. Nel frattempo gold zavorra, smesso i panni di capitan II, si traveste da hostess gruppo vacanze , fa un po’ di telefonate per trovare una macchina…sembra una mission impossible 3 e invece…come da un cappello magico ecco spuntare uno splendido bolide rosso fiammante, no non una Ferrari, molto meglio, una magnifica Hyundai!! Il tipo di questa specie di noleggio trovato tramite “amicizie” è molto gentile e ci porta la macchina quasi davanti al tavolino dove stiamo consumando la colazione nuziale. 24 ore 50 euro…praticamente un affare! Organizziamo le tappe del tour e partiamo alla scoperta dell’isola…by terra. Da naviganti, marinai, mozzi e delfini curiosi, ci trasformiamo in piccoli esploratori terrestri.
L’isola è lunga 30 km e larga 16 km, ci sono belle spiagge soprattutto a SE ma la nostra intenzione è esplorare l’interno dell’isola. Prima tappa Mylopotamos, un grazioso villaggio annidato in una piccola valle. La piazza centrale ha una bella chiesetta e il ristorante Kafenei o Platanos, per l’appunto sotto un enorme platano. Sicuro si mangia bene…c’è anche il prete, che tra una celebrazione e l’altra deve essere un assiduo frequentatore del luogo…diciamo che dalla stazza e da quella dei suoi commensali sicuramente a Mylopotamos non si muore di fame. Vediamo un po’ di negozietti, un vecchio frantoio ristrutturato fino ad incontrare una stradina sterrata che con poca discesa conduce ad un incredibile luogo fresco ed ombreggiato con rigagnoli di acqua, ruscelletti e meraviglia delle meraviglie una piccola cascata che forma un laghetto sottostante…brrr, l’acqua è freddissima! Sono le cascate della Nereide, la ninfa delle acque. Gli alberi sono frondosi e secolari. Torniamo al Kafenei o Platanos per tirarci un po’ su gli zuccheri con bibite e qualche dolce locale al miele. Rinforcato il potente mezzo, ci dirigiamo al Kastro di Mylopotamos. Entriamo dal portale di quella che era la città antica e ci immergiamo nel silenzio e nella secolarità di spettrali rovine, perimetri di case, chiese ben mantenute, sentieri di roccia che conducono ad uno spettacolare belvedere su montagne scoscese e un triangolo blu sull’Egeo.
Lasciamo il silenzio della storia alle spalle e proseguiamo verso la civiltà moderna di Avlemonas. Ehi ehi ma quanto bravo è a guidare gold zavorra, II capitano, hostess di terra? Lo chiameremo gold driver…affiancato dall’immancabile capitan Albi che sulla terra ferma si trasforma in un ottimo GPS umano. Avlemonas è un paese turistico estivo molto carino, ben tenuto e con un’edilizia tipicamente cicladiana con le case bianche candide e porte e imposte blu turchese. C’è una bella piscina naturale (dove gold zavorra compie una nuotata liberatoria per le sue vie respiratorie) ai piedi del ristorante Sotiris nostra meta per il pranzo…oh, che non venga la carestia e caso mai moriamo di fame...Ottima cucina greca con Moussaka, verdurine cotte e fritte, acciughe, patate fritte. Hanno anche un sacco di pesce fresco. Spendiamo 50 euro in 4…ma robe da matti! Ci perdiamo un po’ nel tempo di questa giornata da turisti terrestri e finito il pranzo (alle 17) proseguiamo lungo l’ampia spiaggia di ciottoli di Avlemonas verso Paleopolis.
In questa zona alcuni archeologici hanno trovato tracce del tempio di Afrodite che potrebbe essere il più grande e il più antico di tutto il mondo greco. Eh sì perché Afrodite è nata proprio qui nell’isola di Kithyra (tema di discussione con i ciprioti che invece se ne appropriano le natalità)…secondo il mito tramandato dal poeta Esiodo, Afrodite sarebbe nata emergendo dalle schiume nel punto in cui Zeus avrebbe gettato l’organo sessuale di suo padre Crono. La “location” della nascita sarebbe esattamente lo scoglio di fronte alla baia di Kapsali..lo scoglio Avgo che vuol dire uovo.
Lasciato il fascino della mitologia con le sue poche rovine conservate, ci dirigiamo alla scoperta delle rovine dell’antica capitale bizantina di Paliohora, nella parte nord-orientale dell’isola. Caspita si erano proprio rifugiati bene…sono dispersi sul cucuzzolo di una montagna. Anche qui ci perdiamo tra il silenzio e la magnificenza di grandi civiltà del passato cercando quasi di immaginarci uno di loro mentre camminiamo tra le sterpaglie e le rovine di questo mondo una volta così potente.
Proseguiamo verso nord fino ad Agia Pelagia, l’altro porto dell’isola. Che figo (non Agia Pelagia che è discreta), abbiamo girato in largo e in lungo l’isola! Improvvisamente questo luogo di mediocre fascino si trasforma in uno spunto di ispirazione per gold zavorra che da hostess di terra si trasforma in un little tony greco e ci sfodera quella che sarà una hit dell’estate 2009…TESTO AGIA PELAGIA..bagno di folla…
“AGIA PELAGIA LA FA I TURTEI E NGHE DA’ MINGA A SOI FRADEI. SO FRADEI FAN LA FRITTATA E NGHE DA’ MINGA A AGIA PELAGIAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA”.
Tornando passiamo per l’incantevole villaggio di Karavas un piccolo borgo immerso nel verde.
Presto che si fa tardi! Torniamo alla Chora sopra alla baia di Kapsali per vedere il tramonto!
La Chora è una graziosa cittadina con un’architettura cicladica, case bianche e persiane azzurre, tante stradine e una bella piazzetta fino a culminare nel bellissimo ed imponente Kastro veneziano del XIII secolo.
Torniamo alla barca con il nostro bolide rosso distrutti dalla gita terrestre. Doccia veloce e gyros pyta sulla baia di Kapsali…basta mangiare, abbiamo bisogno di digerire! Andiamo alla Chora by night a prenderci una bevanda gassata al posto della magnesia s.pellegrino..ma come! Gold zavorra non pago delle gite culinarie della giornata si fa fare un super affogato al caffè!
Andiamo a nanna…mi sembra che ci sia un po’ di vento…non ti sembra?!?

MARTEDI’ 18 AGOSTO / KITHYRA-MONEMVASSIA (55MG NE)

…EHI EHI non ti sbagliavi ieri sera, ci sono 20 nodi di vento con raffiche di 25! Ci prepariamo per salpare, da oggi comincia il nostro rientro verso nord e verso Lavrion. Gold zavorra e capitan Albi sono in “seduta spiritica” nei loro rispettivi bagni quando sentiamo..PACK, PIM, PUM, PAM! La nostra barca sbatte improvvisamente sulla barca della capitaneria di porto ormeggiata alla nostra sinistra. Caspita ma la nostra prua ondeggia, l’ancora non ci tiene più! È molto probabile che qualcuno ormeggiato vicino a noi stamattina l’abbia spostata mentre usciva…mannaggia, ci tocca rifare l’ormeggio con ‘ste raffiche di vento. L’ancora non prende, il fondale è algoso..gold zavorra e capitan Albi rifanno l’ormeggio 4 volte. Le 2 mozze si occupano di rifornire il bolide rosso per la restituzione e di fare cambusa. Le raffiche continue ci spostano la barca …ammonì…annamocene…nemo! Ore 13.30.
Raga il vento fa paura, raffiche di 30 nodi! Decidiamo di passare ad Ovest dell’isola per essere protetti dal vento di NE...ed io che pensavo di essere in salvo una volta lasciate le Cicladi e invece Eolo ci ha seguito fin qua! Puntiamo verso Capo Maleas dove il vento subirà notevoli rinforzi. Cerchiamo di stare il più possibile ridossati alla terra ferma, le barche locali ci hanno detto che stando a 50/100 metri dalla costa avremo meno raffiche, mentre passandoci lontano bisognerebbe allontanarsi di almeno 10 miglia dal capo per non subirne i rinforzi e le raffiche di vento. Teniamo solo un pezzettino di randa, ma sbandiamo come se avessimo fuori tutta la tela. Tanto di cappello al capitano…bolina perfetta con 37 nodi, che paura! Velocità max record della vacanza, 9 nodi. In questa specie di tempesta perfetta senza nuvole incrociamo altri temerari naviganti, ci salutiamo con particolare solidarietà. Passato il capo verso nord è tutto un altro mondo, mare più calmo, vento massimo 20-22 nodi, tutto in faccia, quindi niente bolina. Ci sentiamo tutti più rilassati, si mangia, si beve, si canta e si fa festa, il tutto per la felicità di non essere stati inghiottiti dalla forza del capo. Un po’ di onda lunga ma una pacchia rispetto a prima.
Arriviamo a Monemvassia verso le 21.30, ormai conosciamo perfettamente il porto, ottimo ormeggio in banchina all’inglese, che figo, qui è calma piatta! Ci togliamo di dosso quei 2 centimetri si sale che ricoprono la nostra pelle come uno tzatziky ricopre un gyros pyta. Cena alla vecchia città di Monemvassia dove arriviamo con un pulmino in partenza dalla piazzetta principale della baia. Il paese è proprio bello e poi…non c’è una bava di vento!! Ecco perché le meduse stanno sempre qua in polleggio…
Ceniamo in un ristorante affacciato in teoria sul mare, visto che in pratica non illuminandolo non si vede nulla. Che pace cenare in questa bella terrazza sotto la vite americana senza il vento che ti fischia nelle orecchie! Ore 1.30 cerchiamo un taxi per tornare in barca, ma nada de nada. Ci incamminiamo a piedi per sgranchire le gambe visto che oggi le abbiamo sempre tenute in barca puntate in pozzetto per non cadere!
Ore 2.30...stanche e valorose membra in meritato riposo.

MERCOLEDI’ 19 AGOSTO / MONEMVASSIA-SPETSES (40MG NE)


Sveglia tardi, gli orsetti lavatori golda zavorra e II mozza si sono invece svegliati presto e hanno lustrato la barca!! Cavolo, non c’è più un granello si sale e vedi che era come ti dicevo io…il colore originale della barca era bianco non giallo avorio!! E poi hai visto come si asciuga tutto in fretta?! Per forza, ci soffia sopra Eolo. Dalla calma piatta della sera precedente ci ritroviamo di nuovo tra le raffiche di vento di 30 nodi…sembrava troppo bello ieri sera per essere vero… Per fortuna il nostro ormeggio in banchina all’inglese è molto sicuro e ben ridossato. Si affianca a noi un catamarano di francesi, devono fare acqua e sono anche un po’ sconvolti dalle condizioni del mare fuori...aiutooo…
Andiamo in giro per la baia alla ricerca di qualcuno che ci dia le condizioni del tempo, ma che strano che in una marina così pseudo grande non ci sia una capitaneria di porto. Prima un ragazzo gentile di un negozio di nautica ci fa vedere un sms con le previsioni..vento forza 6/forza 7, sembra di essere tornati alle Cicladi! O meglio...Eolo ci segue...Andiamo poi in un internet caffè, nel dubbio facciamo colazione e poi gold zavorra e capitan Albi controllano le previsioni mentre le 2 mozze da brave massaie marine vanno in barca a preparare i panini visto che anche oggi si mangerà “ballando”.
Coraggio, il vento si è un po’ placato, molliamo gli ormeggi alle 14. Salutiamo la bella roccaforte di Monemvassia e usciti in mare aperto ci rendiamo conto che le condizioni non sono poi così malaccio..”solo” 20-23 nodi e mare ondoso ma non troppo. Peccato per il vento in faccia che non ci permette di aprire le vele. Ad accompagnare il nostro non poi così tormentato viaggio un simpatico gruppo di delfini che, non curanti della nostra dimensione, saltano paralleli alla nostra prua per un lungo tratto! Che figo, mi sembra di essere a Linea Blu! E poi guarda guarda, un ospite inatteso ci accompagna per tutto il viaggio, si è pure creato una cuccetta nelle pieghe del tendalino sembra essere perfettamente a suo agio, ma è il grillo cavaletta che la II mozza ha tentato di cacciare dalla barca stamattina. Cavolo ma allora è un recidivo…oppure sapeva che con questo tempo i traghetti non salpano per Spetses e lui deve avere davvero un incontro al quale non può rinunciare…semplicemente amici o questione di cuore?! Mah, non parla…
Arriviamo in c.ca 5 ore nel bellissimo “porto”(?) di Spetses…in realtà se guardate sul portolano c’è scritto Old Harbor…ecco per l’appunto non è un porto ma un Harbor, senza pontile e senza nulla, tutte le barche, da quelle dei pescatori agli yacht degli altissimi, stanno alla fonda con le cime a terra..che bordello! Scelto il posticino giusto gold zavorra e I mozza scendono per dare le cime a terra in mezzo a gommoni e barchini, stavolta operazione da 10 e lode! II mozza all’ancora! Finiamo vicino alla barca a motore di un curioso signore che dapprima crediamo olandese (per la bandiera della barca) e poi si rivela super greco locale! Un po’ burbero ma gentile e stranamente tutto solo, sarà un serial killer? Rifacciamo l’ormeggio per scostarci dal killer di Spetses ma la nostra ancora si è impigliata nella trappa di qualcuno…che sia un fondale “frequentato” da molte cime, ancore, trappe? Eh eh, lo scoprirete domani…Gold zavorra e capitan Albi se la cavano benissimo, libera l’ancora, ormeggio perfetto!
Scendiamo in 2 metri di acqua con il tenderino e facciamo un giro per i ristorantini ed i locali di Spetses Old Harbor..carina! E’ un po’ stile Hydra, belle case, bella gente e bei localini. Dopo aver girato decidiamo che il ristorantino migliore è quello vicino alla nostra barca…così se ci addormentiamo a tavola andiamo a dormire in un attimo con il teletrasporto. Pescetti fritti! Yeh yeh! Pesce alla griglia, verdurine, carpaccio di tonno (?), bono! Un po’ più caruccio del solito (120 euro in 4) ma siamo in un posto più vippeggiante. Gold zavorra sembra voler salir de fiesta ma le II mozze con capitan Albi sono meno svegli di una mummia…quindi…tutti a nanna.
Ehi ma il grillo cavalletta dov’è finito? Non ha nemmeno pagato il biglietto..

GIOVEDI’ 20 AGOSTO / SPETSES-POROS (30MG NE)

Nella notte verso le 5 veniamo svegliati da un gratta gratta..non sarà l’ancora? Corriamo fuori mezzi assonnati e invece notiamo che il vento ci ha spostati verso la barca del greco di fianco che forse appena tornato dalla movida è ancora sveglio e ci dice un’unica ed inconfutabile parola…”closer”.
Ci allontaniamo recuperando un po’ di catena dell’ancora…che controlliamo, ma tiene benissimo, anzi forse un inquietante troppo bene..Ehi ma sono le 5 e nel locale qui di fronte c’è ancora movida, sta cantando il Cocciante greco. Torniamo a nanna, ancora per poco.
Sveglia alle 8, meglio mollare gli ormeggi finché non c’è troppo vento. E come volevasi dimostrare...la nostra ancora teneva benissimo perché era sotto ad altre 2 ancore, trappe, cime, etc... Ci impieghiamo 60 minuti per liberarla, con lo pseudo aiuto di un pescatore che probabilmente era preoccupato per qualche sua trappa. Complimenti come sempre a capitan Albi e gold zavorra che ormai è ufficialmente promosso a II capitano. Facciamo un giro intorno all’isola di Spetses, molto carina, belle case e belle costruzioni. La storia di Spetses è simile a quella di Hydra, si arricchì grazie all’attività dei cantieri navali e armò le barche per combattere la guerra d’indipendenza. Ricordate…più internamente ormeggerete nell’Harbor di Spetses, più aspramente dovrete condurre guerre d’indipendenza da altre trappe ed ancore!
Ci spostiamo di fronte, nella bella baia di Akios Milianos per fare colazione e un bel bagnetto nelle acque cristalline. Proseguiamo in direzione dell’isola di Poros. Mare inizialmente calmo poi vento sempre più forte…38 nodi...in avvicinamento al capo di Skillaion. Poi meno vento ma mare molto agitato con onde di 2 metri. Tutto bene, obblighiamo il capitano a non issare nemmeno un fazzoletto di vela per non far sbandare la barca.
Arriviamo nel canale dell’isola di Poros, ben protetto da mare e vento. Di fronte, vicinissima, la terra ferma, non sembra nemmeno di essere su un’isola. Arriviamo in porto, la marina è molto grande, ma cerchiamo subito posto all’inglese approfittando di un ormeggio su una barca di ragazzi greci molto gentili, a loro volta a pacchetto sull’unica barca che ha davvero diritto di stare in banchina, un bavaria 38 di Matteo, un signore di Manfredonia molto simpatico e gentile, con il quale facciamo due chiacchiere. Tiene qui la barca da 1 mese ed è arrivato fino ad Istanbul. Pranziamo in barca alle 17 con la pasta ai peperoni che i 35 nodi di vento non ci hanno permesso di mangiare! Giretto per il paese, molto carino, negozi meno belli che ad Hydra ma in ogni caso le 2 mozze trovano lo stesso da fare acquisti. L’interno del paese è molto carino, strade piccolissime che si intrecciano, case bianchissime con le immancabili persiane turchesi! La marina è molto grande e ci facciamo un giro per vedere e curiosare in tutte le barche ormeggiate.
Per cena preferiamo l’interno e andiamo a mangiare al Platano, più bello che buono.
Torniamo in barca tramortiti dalla giornata e dalla nottata passata. Ehi ma domani un pezzo della ciurma se ne va…gold zavorra e II mozza ci abbandonano per un più comodo traghetto verso Atene dove domani sera hanno l’aereo. Per pegno l’anno prossimo faranno 1 mese alle Cicladi in una barca a vela di 25 piedi.

VENERDI’ 21 AGOSTO / POROS-LAVRION (35MG NE)

FFFFFFFFFF….BRRRRRRRRRR…..TACTACTAC…GNICGNICGNIC…..VVVVVVVVVVVVVVVVV!!!!!!! cos’è? Eolo e i suoi rumori, che ci hanno accompagnato intensamente 1 settimana su 2. Dovevamo svegliarci alle 8 perché Matteo doveva partire per Manfredonia…per fortuna, a causa del vento, rimanda la partenza di qualche ora e dormiamo fino alle 10. II mozza e gold zavorra hanno già preparato i bagagli…peccato che non ci stia tutto, devono lasciare il prezioso shampoo antiforfora comprato come souvenir a Kithyra per infoltire i capelli di gold zavorra. Il tempo per mangiare non manca mai, scendiamo a terra e facciamo colazione in un grecissimo bar con tanti vecchiettini seduti in contemplazione del paese e del paseo. Ehi ehi basta magnà, sono le 10.50 dobbiamo salutarci e ognuno torna coi suoi mezzi…gold zavorra e II mozza in aliscafo to Atene e I mozza con capitan Albi in sailing boat to Lavrion.
Aliscafo Vodafone rosso fiammante stile bolide rosso a Kithyra giunge senza problemi ad Atene in 80 minuti.
Traversata verso Lavrion…a long day…come ci ha detto un greco prima di salpare da Poros.
Usciti dal canale di Poros ci troviamo con molte barche, la maggior parte vira a sinistra verso Atene, noi ci teniamo a dritta, direzione Lavrion. Ci prepariamo in pozzetto il necessario per sopravvivere…crostini, patatine, fette biscottate ed acqua…tanta…se naufraghiamo almeno abbiamo da idratarci, mentre sul cibo potremmo farne a meno, visto le “dispense” che abbiamo accumulato in questo periodo. Le previsioni danno forza 5 intorno a Poros e rinforzi fino a forza 8 intorno a Capo Sounion, prima di Lavrion. …tutto vero! Mare tranquillo e pochissimo vento (9 nodi) appena usciti da Poros per almeno 10 miglia. Anche in mare aperto ci sono poche onde. Vento come sempre in faccia…o quasi, apriamo un po’ di randa e ci mettiamo in bolina stretta, ottimo 7,2 nodi. Attraversiamo un canale commercialmente trafficato da mercantili e navi passeggeri che trasportano merci e persone da e per Atene. Facciamo attenzione, dal momento che Eolo ci ha portato via il radar a Capo Maleas le grosse navi non ci vedono sul monitor. Dopo le prime 15 miglia il vento comincia a rinforzare in maniera esponenziale fino ad arrivare a 30 nodi appena prima di Capo Sounion…da qualche miglio I mozza ha obbligato Capitan Albi a ridurre la randa, ma con grande stupore ci troviamo sulla stessa rotta di un’altra barca, che chiameremo Mad Crew, che non solo ha tutta randa ma anche tutto fiocco aperto in modo da sbandare bene bene….
Girato lo scoglio prima di Capo Sounion le condizioni cominciano a peggiorare drasticamente, I mozza si ripara sotto il paraspruzzi e Capitan Albi infila la cerata completa anche dei pantaloni…da qui si intuisce che le onde ci laveranno. Il mare è schiumoso, ondoso, agitato, ruggente. Il vento rinforza ancora, dietro il capo si intravede un disastro….Ci teniamo il più possibile rasenti alla terra, di lontano osserviamo Mad Crew che ha scelto un’altra rotta, sempre vele aperte ma ridotte, continuano a straorzare. Giriamo il capo, è il delirio, vento 40 nodi, onde 2,5 metri e cosa peggiore…vento in prua che ci obbliga a ritirare la randa e andare solo con il motore…velocità meno di 2 nodi con 2200 giri. Per fare le 2,5 miglia che ci rimangono rischiamo di impiegarci 1 ora e mezza. Le onde sono così forti che avanziamo con difficoltà. L’unico modo per andare al meglio è stare con la prua perfettamente al vento, pena…onde in faccia. Mad Crew cerca condizioni migliori vicino alla terra ma fa una rotta rischiosissima e finisce quasi a rocce. Il porto di Lavrion è davanti a noi, sembra vicino, ma è come se avessimo un elastico che ci tira da poppa...L’entrata in porto oltretutto non è facile, bisogna fare attenzione ad eventuali traghetti che escono ed entrano e ai frangiflutti che restringono l’ingresso per limitare l’entrata del mare. Ehi! Il miraggio si è concretizzato, siamo in porto…le raffiche di 30 nodi ci sembrano ormai una condizione privilegiata. La crew di navigare yachting ci aspetta per l’ormeggio, speriamo che siano pronti ad allungarci la trappa...e invece da lontano sentiamo una voce che ci dice…your anchor!!! Nooo…ci armiamo con le ultime forze e ci prepariamo al difficile ormeggio…I ormeggio diamo troppa catena e ci fermiamo a 10 metri dalla banchina…coraggio…rifacciamo l’ormeggio e taac, perfetto! Ancora fighissima e barca perfettamente dritta. Ormeggia di fianco a noi Mad Crew…e finalmente scopriamo i loro volti…un gruppo di 8 tedeschi tutti rossi in faccia e con le gambe bianche…più che in barca a vela sembra che siano andati a sciare. Ma che tipi, tutta tela e straorza…
Ci rilassiamo, ci godiamo il porto…ventoso, anche stavolta abbiamo portato a casa la pellaccia e la barca sane e salve! Ottimo check out, unico neo gli diciamo che la barca ora è più pulita di quando ce l’hanno consegnata. Inoltre le persone che l’avevano presa prima di noi non avevano detto alcuni dettagli tecnici da rivedere, purtroppo poi sembra che siamo noi ad aver creato dei danni mentre alcune cose già non funzionavano quando ce l’hanno consegnata.
Doccia di 5 litri a testa, giro per Lavrion by night e cena nella stessa taverna dove abbiamo mangiato la sera della partenza. Cosa mangiamo? Qualcosa di diverso…tzatziky e pescetti fritti!
Nanna..domani abbiamo il taxi alle 8 per Atene Airport.

SABATO 22 AGOSTO / LAVRION-MILANO


Abbandoniamo AMORETERA…qualcun altro se la prenderà per andare in giro tra i ruggenti.
A salutarci sul molo…solo Eolo.

TOTALE MIGLIA PERCORSE: 397


ARRIVEDERCI DAL MARE VENTOSO DELLA GRECIA AL PROSSIMO VIAGGIO.
ARRIVEDERCI AMORETERA, LA CIURMA DI ORSETTI LAVATORI TI RINGRAZIA.

LE TOP TEN!

1. ISOLA PIU’ BELLA: HYDRA
2. BAIA PIU’ BELLA: KIPARISSI
3. BAGNO PIU’ BELLO: AK. VATHI AV. LAKI
4. RISTORANTE MIGLIORE: TAVERNA SOTTO FOGLIE DI VITE (HYDRA)
5. PIATTI PIU’ GETTONATI: TZATZIKY, MOUSSAKA, PESCETTI FRITTI, VERDURE BOLLITE
6. VELEGGIATA PIU’ BELLA: SERIFOS-HYDRA
7. RADA PIU’ BELLA: ELAFONISSOS
8. CANZONE PIU’ GETTONATA: AGIA PELAGIA
9. PERSONE PIU’ FENOMENALI: MAD CREW
10. TRAMONTO PIU’ BELLO: ELAFONISSOS