martedì 8 dicembre 2009

MARTEDI’ 18 AGOSTO / KITHYRA-MONEMVASSIA (55MG NE)

…EHI EHI non ti sbagliavi ieri sera, ci sono 20 nodi di vento con raffiche di 25! Ci prepariamo per salpare, da oggi comincia il nostro rientro verso nord e verso Lavrion. Gold zavorra e capitan Albi sono in “seduta spiritica” nei loro rispettivi bagni quando sentiamo..PACK, PIM, PUM, PAM! La nostra barca sbatte improvvisamente sulla barca della capitaneria di porto ormeggiata alla nostra sinistra. Caspita ma la nostra prua ondeggia, l’ancora non ci tiene più! È molto probabile che qualcuno ormeggiato vicino a noi stamattina l’abbia spostata mentre usciva…mannaggia, ci tocca rifare l’ormeggio con ‘ste raffiche di vento. L’ancora non prende, il fondale è algoso..gold zavorra e capitan Albi rifanno l’ormeggio 4 volte. Le 2 mozze si occupano di rifornire il bolide rosso per la restituzione e di fare cambusa. Le raffiche continue ci spostano la barca …ammonì…annamocene…nemo! Ore 13.30.
Raga il vento fa paura, raffiche di 30 nodi! Decidiamo di passare ad Ovest dell’isola per essere protetti dal vento di NE...ed io che pensavo di essere in salvo una volta lasciate le Cicladi e invece Eolo ci ha seguito fin qua! Puntiamo verso Capo Maleas dove il vento subirà notevoli rinforzi. Cerchiamo di stare il più possibile ridossati alla terra ferma, le barche locali ci hanno detto che stando a 50/100 metri dalla costa avremo meno raffiche, mentre passandoci lontano bisognerebbe allontanarsi di almeno 10 miglia dal capo per non subirne i rinforzi e le raffiche di vento. Teniamo solo un pezzettino di randa, ma sbandiamo come se avessimo fuori tutta la tela. Tanto di cappello al capitano…bolina perfetta con 37 nodi, che paura! Velocità max record della vacanza, 9 nodi. In questa specie di tempesta perfetta senza nuvole incrociamo altri temerari naviganti, ci salutiamo con particolare solidarietà. Passato il capo verso nord è tutto un altro mondo, mare più calmo, vento massimo 20-22 nodi, tutto in faccia, quindi niente bolina. Ci sentiamo tutti più rilassati, si mangia, si beve, si canta e si fa festa, il tutto per la felicità di non essere stati inghiottiti dalla forza del capo. Un po’ di onda lunga ma una pacchia rispetto a prima.
Arriviamo a Monemvassia verso le 21.30, ormai conosciamo perfettamente il porto, ottimo ormeggio in banchina all’inglese, che figo, qui è calma piatta! Ci togliamo di dosso quei 2 centimetri si sale che ricoprono la nostra pelle come uno tzatziky ricopre un gyros pyta. Cena alla vecchia città di Monemvassia dove arriviamo con un pulmino in partenza dalla piazzetta principale della baia. Il paese è proprio bello e poi…non c’è una bava di vento!! Ecco perché le meduse stanno sempre qua in polleggio…
Ceniamo in un ristorante affacciato in teoria sul mare, visto che in pratica non illuminandolo non si vede nulla. Che pace cenare in questa bella terrazza sotto la vite americana senza il vento che ti fischia nelle orecchie! Ore 1.30 cerchiamo un taxi per tornare in barca, ma nada de nada. Ci incamminiamo a piedi per sgranchire le gambe visto che oggi le abbiamo sempre tenute in barca puntate in pozzetto per non cadere!
Ore 2.30...stanche e valorose membra in meritato riposo.

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